Viaggio Archeologico con Sondaggio di Scavo Tarquinia

Tarquinia (1-3 settembre 2015)

Il Gruppo Archeologico del nostro Istituto, coordinato e guidato dal prof. Fulvio Calabrese, ha completato il proprio percorso formativo, svoltosi durante l’intero anno scolastico 2014-2015, con un fantastico viaggio didattico tra il 1 e il 3 di settembre. La piccola, ma agguerrita pattuglia (fig. 1), formata da studenti provenienti da tutti gli indirizzi scolastici dell’Istituto e da due insegnanti, il prof. Fulvio Calabrese e la prof.ssa Serenella Castri, docente di Storia dell’Arte, ha potuto approfittare a piene mani di questa esperienza unica sul campo, nonché della visita a luoghi davvero meravigliosi della nostra bella Italia.

Il nostro pullman, guidato con grande professionalità e simpatia dal sign. John Barbetta, si è diretto a Tarquinia, una delle cittadine più importanti del territorio un tempo abitato e governato dagli Etruschi.

Tuttavia la prima tappa del viaggio è stata S. Galgano (fig. 2-4), affascinante abbazia cistercense del XII sec., ora in stato di semi-rovina, pittoresca e fors’anche malinconica, nei pressi di Siena. Le vicende, prima splendide e poi rovinose, di questo importante centro di cultura e di spiritualità sono state integrate da riflessioni su episodi consimili di indifferenza ai monumenti artistici e a luoghi sacri del mondo d’oggi per poi regalare al gruppo la visita all’Eremo di Montesiepi (fig. 5-7), che contiene la celebre “spada nella roccia” di Galgano, cavaliere e poi santo medioevale.

Il tuffo senese nell’epoca romanica è stato però subito dopo arricchito dall’emozionante visita ad alcune tombe etrusche (Tori, Barone, Auguri) del sito archeologico di Tarquinia (fig. 8-12), appartenenti ad epoche diverse, e solitamente non visitabili, ed aperte dunque proprio per il nostro Gruppo dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria meridionale di Roma. La guida, la dott.ssa Claudia Moroni, che ci ha condotto in questo mondo di morte e di vita ultraterrena, era assai competente e capace di arricchire le spiegazioni con nuove informazioni utili al gruppo, che stava confrontandosi per la prima volta con reperti così particolari e, a volte, quasi intatti del mondo etrusco. Ogni tomba è stato un tuffo in questo passato e ci ha avvicinati, man mano, al loro modo di pensare, vivere e intendere la vita. Abbiamo poi visitato l’impressionante via Sacra con i tumuli reali (fig. 13-4).

Ma il clou del viaggio si è avuto di certo il giorno seguente, quando ci siamo diretti ad Ansedonia per la visita e l’esperienza didattica nel sito di Cosa, una città romana eretta nel III sec. a.C. su un promontorio molto alto dal quale contemplare, con degli scorci strepitosi, il mare e le terre ondulate e boscose della maremma grossetana. La direttrice del Museo e del sito di scavo, la dott.ssa Mariangela Turchetti, è stata con noi tutta la giornata e ha guidato il gruppo degli studenti lungo tutto il percorso del sito, per poi controllare con grande amabilità, attenzione e simpatia il loro lavoro durante l’esperienza di scavo di una piccola porzione, circa 3 metri, della strada processionale, davvero ampia e magnificente, che dalla città vera e propria saliva all’acropoli, dove si trovavano i due templi principali di Cosa. Questa parte dell’esperienza è stata davvero entusiasmante per tutti noi e ha dato ad ognuno dei ragazzi una vera idea di cosa significhi “scavo” e di quante competenze e talenti esso abbia bisogno perché sia corretto e scientifico (fig. 15-26).

 

Sono seguite le parti esplicative con la visita all’interessante Museo del sito (fig. 27) e, nel pomeriggio, una bella lezione svoltasi sull’acropoli di Cosa insieme al prof. Paolo Nannini della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, che ha spiegato e fatto far esperienza al gruppo del Calabrese-Levi di cosa sia l’aereofotogrammetria e di come vada interpretata e di quale sia la sua funzione all’interno dell’operatività di un sito di scavo (fig. 28-31).

La giornata, già molto densa di emozioni, lavoro, nozioni ed esperienze disparate, si è conclusa con il percorso verso il mare di Cosa, la visita alla cosiddetta Tagliata, straordinaria opera di ingegneria romana (fig. 32), fino alla villa tardo-antica in zona Porto e… un tuffo felice, al tramonto, nelle calde acque del mare (fig. 33-5).

Il nostro ultimo giorno ci ha portati a Marturanum nel comune di Barbarano Romano. Non avevamo coscienza della ricchezza di questo sito archeologico in provincia di Viterbo, né dell’estensione e della varietà di offerta culturale, paesaggistica ed archeologica, che regala questa zona dell’Alto Lazio etrusco. La visita è stata guidata dalla dr.ssa Sabrina Moscatelli, che con la sua grande competenza e la sua amabilità ci ha guidati attraverso le tombe (Cervo, Costa, Cima) della necropoli di S. Giuliano (fig. 36-44), che nuovamente, ma da altri punti di vista, tanto ha chiarito e fatto comprendere della visione del mondo e della vita del popolo etrusco. Nel lungo giro boschivo si è parlato anche dei problemi legati alla conservazione, al restauro e alla valorizzazione di siti come questo, così preziosi e potenzialmente vitali per lo sviluppo turistico e culturale della zona.

L’ultima tappa è stata dedicata all’area, sempre interno al Parco Regionale Marturanum, dei bagni pubblici della città etrusca (fig. 45-6) e di una chiesa romanica deliziosa, in parte ora diroccata, posta su un vastissimo pianoro, un tempo acropoli della città (fig. 47-9), che fu sede di un eremitaggio medioevale proseguito poi nei secoli successivi. Era tempo di saluti, e tempo anche di una piacevole pausa. Il sole splendente ci ha condotti sulle rive del lago di Bolsena, dove, a Marta, gli studenti si sono potuti rifocillare e fare un magnifico bagno ristoratore nelle immobili acque del lago (fig. 50).

Quel che ha lasciato questa breve, ma intensissima esperienza, andrebbe chiesto a ciascuno dei partecipanti. Di certo il cumulo di conoscenze e di esperienze è stato davvero gratificante ed emozionate. La speranza è che il Gruppo Archeologico del nostro Istituto possa crescere e che, col tempo, possa diventare consapevole portavoce del bisogno di custodire ed interpretare il ricchissimo patrimonio artistico della nostra terra.

saggio di scavo