Un Pomeriggio di Archeologia Attiva - Montagnana

Montagnana 09/06/2016

Un pomeriggio pieno e ricco di impressioni ed esperienze è stato anche quello dedicato il 9 giugno 2016 alla visita di Montagnana, vicino Padova, con i prof. Fulvio Calabrese, Giuseppina Zerbato, Giuseppe Ficarra e Serenella Castri.

Qui gli allievi del gruppo archeologico del nostro Istituto (fig. 1)

Sono potuti entrare in contatto con la cittadina, che mantiene il suo impianto urbanistico prettamente medioevale e quattrocentesco. Montagnana è celebre soprattutto per la sua cinta muraria intatta e per il castello di S. Zeno, in verità un complesso di edifici assemblati in modo funzionale uno all’altro, che proteggeva la città in direzione di Padova, benché la sua imponente cerchia di mura la circondasse completamente e le sue porte fortificate fossero costantemente difese da guardie comunali (fig. 2-4).

Il castello ha una storia lunghissima, che risale alla fine del sec. X, quando fu costruita la torre, poi rifatta da Ezzelino da Romano nel 1242. Oggi è sede di un grazioso Museo Civico, che però non abbiamo visitato.

Il nostro gruppo ha intrapreso una bella passeggiata di circa 2 km, molto tranquilla, lungo le mura di Montagnana, ammirandone la tecnica costruttiva e facendo esercizio di lettura dei parati murari (che raggiungono i 10 e i 20 m. per le torri) e delle modalità costruttive sotto la guida del prof. Ficarra (fig. 5-7).

Siamo poi entrati dentro la cittadina, arrivando alla spettacolare, amplissima piazza centrale, con la loggia costruita dal Sanmicheli e la Cattedrale.

Prima di mettersi al lavoro, gli allievi, guidati dalla prof.ssa Castri, hanno posato gli occhi e l’attenzione sulla pianta, sullo stile architettonico della chiesa e poi sui molti affreschi che la arricchiscono. In particolare in controfacciata due affreschi con Santi spiccano per la morbidezza tizianesca delle forme e dei colori e vengono attribuiti dalla critica al giovane Giorgione, mentre la pala con la Trasfigurazione dell’altar maggiore (probabilmente progettato da Sansovino) è opera di Paolo Veronese.

“Sì, ma ora basta con la storia dell’arte! Siamo qui per esercitarci”, ricordano i ragazzi… La prof.ssa Castri deve ammetterlo… E si va così in un bello slargo, accanto ad una delle porte di Montagnana, a disegnare a mano libera una larga porzione di questo parato murario e della porta adiacente, seguendo i criteri di proiezione sul piano imparati in precedenza a scuola nelle lezioni del prof. Ficarra. Sono stati momenti di fervida osservazione, divertenti e gioiosamente impegnativi. Tutti gli allievi si sono davvero impegnati, anche quelli non particolarmente dotati nel disegno a mano libera, e ognuno ha aiutato l’altro… davvero un esercizio utilissimo! (fig. 8-13)

Gli archeologi, come è noto, devono saper disegnare, devono tratteggiare quello che trovano, immediatamente, sul luogo del rinvenimento. Le fotografie, pur essenziali, non sono determinanti e necessitano anche di disegni di supporto in grado di evidenziare angolature, dettagli e misure altrimenti non afferrabili con lo scatto fotografico (specie se non professionale). Disegnare lascia “pensare” la mano e fa in modo che la mente fissi il ricordo e l’impressione immediata dell’oggetto di studio in tratti di “intelligenza” attiva, in un dialogo ravvicinato e intimo con il monumento, lo spazio, l’oggetto da indagare.

Di certo questa breve esperienza ha fatto comprendere tutto questo al gruppo, dandogli ancora uno strumento indispensabile per svolgere l’affascinante e impegnativo mestiere dell’archeologo. Ritornando in pullman sulla via di casa si è ammirato di sfuggita Villa Pisani, progettata da Palladio e posta sotto la protezione dell’Unesco, appena fuori dalle mura.

Ormai il gruppo riposa e si prepara alle prossime avventure archeologiche.

Serenella Castri

Montagnana